JACMEL 10th Day (Ios Bomberos de Bogotà)
Si chiama Elizabeth Francoise e sta bene, la neonata di 24 giorni, estratta la mattina del 19 dalle macerie di un edificio crollato vicino al cimitero di Jacmel. L’hanno individuata i due Labrador beige (Dash e Luna) dell’unità specializzata di soccorso dei Pompieri di Bogotà. Subito dopo l’hanno tirata fuori rapidamente quelli dell’unità di soccorso francese, che l’hanno immediatamente affidata all’unità colombiana. “La bimba era cianotica, con grosse difficoltà di respirazione e quasi completamente disidratata”, racconta il giovane medico Mauricio Milanes che insieme all’attrezzatissimo infermiere capo Roberto Vela hanno salvato la creautura, rimasta per 8 giorni intrappolata tra l’intercapedine formata dal suo lettino e alcune assi del tetto che l’hanno protetta.
“L’abbiamo rianimata col fibrillatore portatile (me lo mostra orgoglioso estraendolo da una custodia di plastica arancione marchiata "Samaritan Aid") l'abbiamo messa subito in terapia intensiva con le flebo. Ripulita, disinfettata e curata dalla forte irritazione alle parti intime (immagina, una settimana senza pannolini…). Figurati che è arrivata in uno stato molto preoccupante, con una glucometria di valore 24 quando solitamente il parametro minimo è 60. La madre ha 27 anni, sta bene e al momento del crollo, pur essendo in casa, non era accanto alla piccola e dopo la fuga per mettersi al riparo non credeva fosse sopravvissuta, quando l’ha rivista sana e salva ha detto che si trattava di un miracolo. Adesso madre e figlia si stanno recuperando in un padiglione dell’Ospedale Jacmeliano Saint Michel”.
Sono in 35 i volontari della squadra scelta dei Bomberos di Bogotà, specializzati in “rescate” di vittime delle calamità naturali e dei terremoti. Arrivano come commandos sugli scenari dei disastri, per operare in totale autonomia e in tempi limitati, equipaggiati di tutto (acqua, viveri, medicinali, strumenti diagnostici,unità cinofila. La loro missione finiva oggi, con un bagno in mare collettivo e liberatorio, dopo 10 giorni intensissimi nei quali hanno estratto e soccorso almeno un centinaio di persone, con l’aiuto dei duo giocherelloni e supernuotatori Labrador, che si rotolano adesso tra i cavalloni della spiaggia di Timouyage. “Purtroppo siamo arrivati in ritardo, avremmo potuto fare qualcosa in più ma siamo rimasti in stand by un giorno a Barranquilla (Colombia) e un altro a PAP, prima di poter raggiungere Jacmel…48 ore preziose per salvare tante altre vite…” Continua il Dott.Milanes… “A Port-Au-Prince il primo giorno di
missione abbiamo tirato fuori una ragazza di 22 anni, sempre con l’aiuto dei cani, che sono addestrati a riconoscere e a sentire quando “sotto c’è qualcuno” e quasi sempre se si tratta di cadaveri mugolano e tengono la coda bassa, se invece la vittima è ancora viva, scondinzolano, saltano, entrano in agitazione e abbaiano attirando i soccorritori… I pompieri ordinano da mangiare a rimangono sdraiati davanti all’inizio del tramonto, verso sera o domattina due grossi elicotteri verranno a prelevarli per riportarli a PAP e poi alla volta di Bogotà. Ci sono anche due ragazze nel gruppo, scherzano sul bagnasciuga coi bambini curiosi della spiaggia e si fanno seppellire sotto la sabbia fino alla gola dai colleghi, per poi essere "rescatatdas" . Non è cinismo goliardico da marmittoni, è quasi un voler sdrammatizzare con l'ironia e la mimica, quella tragedia del disfacimento umano e architettonico che i loro occhi hanno vissuto.
Intanto ieri mattina, dopo l'ennesima e vivace scossa d'assestamento delle 11:0 circa, sono stati evacuati da Jacmel un'altra dozzina di cittadini francesi insieme all'amico Guidotti (subito intervistato da una troupe del TG2 al suo arrivo all'assediato aereoporto Toussand L'ouvertoure) e al buon Bernard, che ancora ignora come potrà raggiungere la Martinica. L'attività di arrivi e partenze presso il campo d'aviazione di Jacmel, di mattina presto fino al tramonto è febbrile. Atterrano piccoli aerei da turismo e bimotori di compagnie private, dominicane e di Miami e poi tanti elicotteri, sia privati che militari di diverse nazionalità. Molti haitiani che se lo possono permettere stanno lasciando il Paese proprio da Jacmel (meno congestionata) verso Miami e Santo Domingo...Una Diaspora dolorosa che continuerà ancora per molti mesi. Sempre ieri mattina si è formato un primo corteo di protesta sulla Route de Cyvadier, dall'aereoporto fino alle porte
della cittadina. Un centinaio di giovani con cartelli e volantini che attaccavano i privilegi dei benestanti; il conflitto inevitabile tra quelli che se ne vanno e quelli che restano, affamati, senza tetto, senza opzioni, senza aiuti più tempestivi. Il corteo si è disperso rapidamente dopo una mezz'ora senza che la polizia della Minustah sia dovuta intervenire con particolare durezza. A Jacmel non c'è il coprifuoco come a PAP ma dopo le 20:00 in giro non c'è quasi nessuno...Il capitano Juan Pablo, della Polizia UN che accompagnava la squadra dei suoi connazionali "rescaters", mi assicura che "a Jacmel la sicurezza è molto garantita, non ci sono "dragones", né bande armate che assaltano per strada o attaccano proprietà private". Vediamo se stanotte non si balla di nuovo e la corrente elettrica non verrà staccata fino a domattina.
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