giovedì 28 gennaio 2010

Marco Sacchetti: JACMEL : Operazione "Mano Amiga" (10-16th Day)

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JACMEL : Operazione "Mano Amiga" (10-16th Day)
Jacmel: operazione “Mano Amiga”


A Jacmel gli aiuti arrivano dal mare, grazie alla “Marina de Guerra” della Repubblica Dominicana.


Molto poco si è parlato del lavoro preziosissimo, tempestivo e silenzioso svolto in in questa seconda settimana di terremoto, grazie al ponte marittimo istituito dalla Marina Dominicana tra i porti di Barahona, Cabo Rojo e Jacmel. Dal pomeriggio di lunedì 18 è partita l’operazione umanitaria “Mano Amiga”, coordinata personalmente dal Contrammiraglio Aquilino María Melo Comandante del Comando Navale Sud e dal Governatore della Provincia di Pedernales, Sr. Francisco Alberto Jiménez.


La prima unità a raggiungere Jacmel nel pomeriggio di lunedì 18 è stato il cacciatorpediniere “Patrullero Mediano Capotillo PM-204”, che ha scaricato 60 tonnellate di aiuti umanitari diversi, tra cui: acqua potabile, kit di sopravvivenza (red bags) per tutte le famiglie colpite dalla catastrofe e i primi 47 volontari giunti via mare, di cui 45 francesi e due cileni, molti dei quali appartenenti al Corpo dei Pompieri e al Corpo Mondiale di Soccorso Internazionale per Aiuti d’Emergenza, la cui missione è stata allestire un ospedale da campo e di primo soccorso per i feriti meno gravi. Poco dopo e nei giorni successivi giungevano altre unità 4 navali: il Cacciatorpediniere “Patrullero Mediano Capotillo” (PM-204), le tre fregate Guardiacoste Bellatrix, Canopus e Orion CC-106, (GC-107 e GC-109), insieme alla “Lancha Rápida” Atria LR-157 (motovedetta) che rispettivamente, avevano trasportato ben 93.5 tonnellate di aiuti umanitari in territorio haitiano. Gli equipaggi e il carico venivano ricevuti da rappresentanti di una ONG inglese, che si dedica agli aiuti per l’infanzia. Secondo le misurazioni fatte dalla Marina Dominicana, l’attracco di Jacmel presenta un pontile lungo circa 170 piedi (51,816 m.) con un fondale di circa 18 piedi (circa 5,5 m.) ed è risultato più che idoneo allo svolgimento delle operazioni di scarico e trasbordo.


Cabo Rojo, nella provincia di Pedernal, è il centro di coordinamento per gli aiuti da inviare a Jacmel. Il Viceammiraglio Homero Luis Lajara Solá (DEMN) Capo di Stato Maggiore della Marina da Guerra, vi ha stabilito il suo comando, da dove personalmente supervisiona tutti i movimenti marittimi (ricezioni e spedizioni) e il flusso di merci e generi di prima necessità destinati ad Haiti, (dalle banane al latte in polvere, riso e farine; dalla cioccolata ai biscotti, ai sanitari, etc.) in seno all’Operazione “Mano Amica”.


Nel frattempo, per via terrestre, veniva inviata una colonna di veicoli leggeri e pesanti, tra cui un’ambulanza attrezzata e un notevole quantitativo di medicinali. Nel Porto di Barahona infatti è stato allestito un altro coordinamento che permetta a unità navali di altre nazioni, di poter salpare direttamente per Jacmel e inviare aiuti verso la capitale via terra, attraversando la provincia di Jimani.
Da Barahona veniva coordinato l’attracco di due cacciatorpedinieri dell’Armata della Repubblica Bolivariana del Venezuela il AB “CAPANA” T-61 e il AB ESEQUIBO T-62, con altri aiuti umanitari, medicinali e mezzi pesanti per liberare le frane e i crolli. Inoltre veniva prestata assistenza allo scarico degli aiuti trasportati dalla Motonave americana Cayo Largo e a quello di 4 gru, con contenitori da 40 piedi, destinati ad unità della Croce Rossa Dominicana, che stanno operando sui territori disastrati.


Il caccia di Altura PA-301 “Didiez Burgos”, orgoglio della flotta dominicana, salpava nel pomeriggio di giovedi 21-1-2010 alle 18:00 dal porto di Sans Souci (dov’è stato allestito un altro centro di raccolta e smistamento), carico di aiuti umanitari alla volta di Jacmel.
Nella nottre di sabato 23 salpava nuovamente il Patrullero Mediano “CAPOTILLO” PM-204, transportando 78.5 tonnellate di aiuti, tra provviste, due miscelatori di cemento, un’impianto di depurazione dell’acqua, generatori elettrici e serbatoi da 530 galloni d’acqua.
Il ponte marittimo allestito dalla Marina de Guerra da Cabo Rojo a Jacmel, che resterà attivo “fino a quando verrà ritenuto necessario..” (come riferisce un comunicato ufficiale dal comando delle operazioni)
ha reso possibile finora, in sole 10 missioni, il trasferimento rapido di 102 medici di 7 nazionalità ed oltre 267 tonnellate di alimenti, medicinali, acqua potabile e molti altri articoli di prima necessità, inclusi 84 serbatoi d’acqua potabile da 50 galloni l’uno donati dall’Instituto Nacional de Aguas Potable y Alcantarillados (INAPA).


Nell’intera operazione sono impegnati: una compagnia, un plotone e 8 squadre di Fanteria Marittima ed hanno partecipato, oltre alle sei unità già citate anche la lancia da sbarco Neyba, LD-31, il guardacoste PROCION¨ GC-103 e il Patrullero Mediano “TORTUGUERO” PM-203, che ha evacuato diversi cittadini stranieri e trasportato numerosi giornalisti. La “Mano Amiga” della tanto detestata (dagli hiatiani*) e confinante Dominicana, resta tesa comunque e sensibile ai bisogni più immediati. Del resto, "la mano de un amigo no pesa nunca", dice un vecchio proverbio latinoamericano. Chissà se quest’atto encomiabile, di generosa solidarietà ed efficienza militare, servirà un minimo a rimarginare vecchie ferite e storiche contese tra i due popoli “isolani” e fratelli ostili. La gente di Jacmel sicuramente non dimenticherà.


Jacmel: 12/16th Day


Sollievo, sicurezza, primi bilanci e serena, solidale operosità, di una comunità ferita in recupero.


Comunicazioni soddisfacenti anche con l’estero. Sala stampa improvvisata e media center nei pressi del campo d’aviazione, presso l’edificio della fondazione canadese KROS, dove alloggia anche l’unità di produzione news del Ciné Institute.
Campo d’aviazione e porto controllati dall’esercito canadese, che gestisce anche l’ospedale da campo montato all’inizio del molo d’imbarco di Jacmel. Elicotteri americani e un C130 riforniscono di aiuti e personale militare.
Finite le code ai distributori di benzina che comunque è aumentata del 30 per cento. Banche ancora chiuse, funziona solo qualche Western Union e un paio di uffici di cambio. Mercati tutti attivi, negozi quelli non danneggiati hanno riaperto. L’ospedale Saint Michel, visitato personalmente è fortemente lesionato in quasi tutti i suoi padiglioni e attualmente ospita una settantina di pazienti non gravissimi (tra cui una ventina di bambini), assistiti dall’equipe dei medici locali affiancati da quelli di MSF e da un’unità di 44 cubani, tra medici e assistenti, che non hanno voluto, per il momento, rilasciare dichiarazioni. Davanti all'ingresso una lunga fila quotidiana per ricevere medicinali e medicazioni. La piccola Elisabeth è stata dimessa e sta bene insieme ai familiari.
Rimane stazionario il bilancio delle vittime (meno di 400), diminuisce quello dei feriti (meno di mille) e senzatetto ; comunque il terreno dello stadio cittadino si è trasformato in una tendopoli surreale, ad “anarchia organizzata”, dove non mancano cibo (pentoloni di riso e fagioli neri*), assistenza, medicinali, illuminazione, musica, speranza e tanta solidarietà, per oltre 200 persone.. Jacmel respira, non si scava più e le macerie più ingombranti sono state rimosse, quelle dell’anima andranno ricomposte con maggiore cura e pazienza, “haitianamente…perseverance”.
Rue du Commerce
(rovine del centro storico di Jacmel)