martedì 8 dicembre 2009

Miami: Villino Fantoli

Nel 1998, scappai dall'Italia e Checco mi accolse a Miami, nel mitico Villino Fantoli. 
Prese un ufficio su Lincoln Road, in un edificio serissimo di 20 piani, dividendolo con un altro Italiano, ex-sequestrato in Colombia, Vito Candela. 
Mi accolse con tutti gli onori, presentandosi all'aereoporto con macchinone e telefonino, e mi porto' diretto a cena da Giorgione, che stava ancora in Hispaniola road: i tavolini sul marciapiede, la notte dolce delle Beach, il calore e la energia che emanavano da lui era magica, e rendeva il mondo una eccitante avventura. 
Mi stabilii a casa sua e da allora inizio' una pazzesca avventura che duro' per quasi un anno, fino alla sua precipitosa ritirata in Haiti, dove andai nel 1999 per una settimana. 
Nel capitolo "Villino Fantoli" rientrano decine di persone, tra cui Giorgio e la sua famiglia, Eros, Paolo Doino, Simone l'aviatore,Francesco Facilla, Michele Petternella, Andrea Giaccio, Marco Sacchetti e centinaia di altri. 
Degno di nota un progetto folle chiamato IT@LY NETWORK, nel quale fondammo una televisione e trasmettemmo per alcuni mes nella contea di Miami. Ma non solo...

Caro Checco

sono due giorni che te ne sei andato, e non trovo pace nel ricordare tutti i momenti passati insieme, le storie, i racconti, il ricordo della tua calda voce, e dei tuoi folli gesti.

Non trovo pace neanche iniziando questo blog, che oggi e' fonte di lacrime, domani spero ci rendera' tutti migliori.

Nelle intenzioni, vorrei raccogliere vari frammenti delle tue mille vite, invitando quelli che hanno assistito o partecipato, o ascoltato uno dei tuoi racconti fantastici, a lasciarne qui una traccia.

Spero che altri facciano lo stesso, raccogliendo altri frammenti, per potere un giorno ricapitolare tutte le tue vite in un unico sito.

Non so se sia pazzia, ma questo e' quello che sento di fare adesso.

Un lungo dolce abbraccio, per darti conforto e dirti che ci hai resi a tutti piu' forti, e che il tuo esempio, la tua vita, quello che ci hai dato, per quanto folle e insensato, lo porteremo sempre dentro.